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L'arte dell'Ai Ki Do
Aikido scritto in KanjiIl nome aikido è formato da tre caratteri cino-giapponesi: 合 (ai), 氣 (ki), 道 (do) la cui traslitterazione è la seguente:

合 (ai) significa `armonia` e nel contempo anche `congiungimento` e `unione`;

氣 (ki) è rappresentato dall'ideogramma giapponese che, nei caratteri della scrittura kanji, raffigura il `vapore che sale dal riso in cottura`. Significa `spirito` non nel significato che il termine ha nella religione, ma nel significato del vocabolo latino `spiritus`, cioè `soffio vitale`, `energia vitale`. Il riso, nella tradizione giapponese, rappresenta il fondamento della nutrizione e quindi l'elemento del sostentamento in vita ed il vapore rappresenta l'energia sotto forma eterea e quindi quella particolare energia cosmica che spira ed aleggia in natura e che per l'Uomo è vitale. Il 氣 `ki` è dunque anche l'energia cosmica che sostiene ogni cosa. 

L'essere umano è vivo finché è percorso dal `ki` e lo veicola scambiandolo con la natura circostante: privato del `ki` l'essere umano cessa di vivere e fisicamente si dissolve;

道 (dō) significa letteralmente `ciò che conduce` nel senso di `disciplina` vista come `percorso`, `via`, `cammino`, in senso non solo fisico ma anche spirituale.

合氣道 (ai-ki-do) significa quindi innanzi tutto: «Disciplina che conduce all'unione ed all'armonia con l'energia vitale e lo spirito dell'Universo».
    • La pratica
      La pratica
    L’Aikido è un’arte marziale figlia, unione e sintesi dell’arte della spada e della lancia, principali arti caratterizzanti i tradizionali sistemi di combattimento giapponesi.

    La pratica, quindi, si svolge a mani nude o con le armi tradizionali giapponesi: il bokken (spada), il jo (bastone) ed il tanto (pugnale). 

    L’allenamento è caratterizzato da uno spirito di collaborazione ed il partner non è un avversario, ma un compagno che collabora al proprio apprendimento: chi attacca e chi difende non hanno un atteggiamento di scontro, ma di unione nel perseguimento del fine comune: la propria crescita marziale.
    La sensibilità che tale tipo di pratica richiede conduce inevitabilmente ad un autocontrollo avvertibile sia durante la pratica sia nella quotidianità.

    Riprendendo l’essenza del Budo (la via marziale giapponese), l’Aikido non si traduce nella mera esecuzione “fisica” di tecniche di combattimento. Alla base della pratica sta il pensiero filosofico dell’aiki (energia dell’armonia, in una delle sue possibili traduzioni), un pensiero di cui le tecniche sono pervase ed indissolubilmente inscindibili. Concetti come “meditazione”,“respirazione” e “fluire del ki” sono tutt’uno con la tecnica tanto da definire l'Aikido come “zen in movimento”.

    L’Aikido, quindi, non è un mero metodo di combattimento (concetto occidentale), ma una “via” (concetto orientale).

    La PRATICA, quindi, si sviluppa in un “sentiero” che tiene conto di tutte quelle mille sfaccettature proprie della cultura tradizionale giapponese distaccandosi nettamente dall’interpretazione occidentale delle arti marziali:

    - crescita interiore, non scontro con il prossimo;

    - benessere globale, non solo fisico;

    - neutralizzazione, non annientamento;

    - cultura, non violenza.


    Attraverso i suoi insegnanti, il Dojo “Scuola di Aikido – Aikikai Imperia” si propone di offrire i principi fondanti il pensiero di Osensei Morihei Ueshiba, trasmessi in Italia dal Maestro Hiroshi Tada da più di cinquant’anni e dal Maestro Hideki Hosokawa da più di quaranta.


    Morihei Ueshiba, il fondatore dell'aikido, usava dire che l'aikido anela sinceramente a comprendere la natura, ad esprimere la gratitudine per i suoi doni meravigliosi, ad immedesimare l'individuo con la natura. Quest'aspirazione a comprendere e ad applicare praticamente le leggi della natura, espressa nelle parole `ai` e `ki`, forma l'essenza ed il concetto fondamentale dell'arte dell'aikido.


    Hiroshi Tada, Fondatore e Direttore Didattico dell’Aikikai d’Italia, porta avanti la missione di divulgazione dell’Aikido affidatagli da Osensei Morihei Ueshiba in persona. I suoi insegnamenti, caratterizzati dal kinorenma (trad. allenamento del ki), ripercorrono fedelmente le orme di Osensei e lo spirito tradizionale del Budo.


    Hideki Hosokawa, Vice Direttore Didattico dell’Aikikai d’Italia, allievo di Osensei Morihei Ueshiba presso l'Hombu Dojo di Tokyo e del Maestro Tada presso la Scuola di Jiyugaoka. Studioso di numerose discipline marziali giapponesi, chiamato dal Maestro Tada in Italia per condividere la creazione dell'Aikikai d'Italia, oltre alla vicedirezione della stessa, gli viene affidata la direzione del Dojo Centrale di Roma. Successivamente fonda il suo Dojo: Musubi no Kai (l'Associazione del Nodo) a Cagliari.
      • Osensei Morihei Ueshiba<br><br><br>
        Osensei Morihei Ueshiba


      • Hiroshi Tada Shihan<br><br><br>
        Hiroshi Tada Shihan


      • Hideki Hosokawa Shihan<br><br><br>
        Hideki Hosokawa Shihan


      approfondimenti
      • Il dôjô
        Il luogo dove si pratica l'Aikido
      • Rei-gi
        Etichetta e regole di cortesia
      • Il Tatami
      • L'atmosfera del dôjô
      • Il rapporto con gli altri praticanti
      • Le regole
      • L'etichetta durante la pratica
      • L`equipaggiamento
      • La lezione
        Scuola Aikikai Imperia A.P.S.
        via Mazzini, 53 - 18100 - Imperia - C.F.91006040082
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