Ripiegatura del `keikogi` `Gassho`
2. Attraverso lo studio e la pratica dei movimenti, l’aikido incrementa la coordinazione motoria in una costante ed inscindibile sinergia tra mente e corpo;
3. La pratica costante, lo stile di vita di un aikidoista e l’etica che sta alla base dell’aikido favoriscono un armonioso sviluppo fisico bilanciando la componente fisica e la componente mentale;
4. Oggigiorno la violenza compare ovunque (film, videogames, etc…) ed è difficile insegnare ai propri figli a non essere violenti e all’importanza della “non violenza”. Erroneamente la violenza viene percepita come il mezzo più immediato per raggiungere la SICUREZZA: ciò è quanto di più sbagliato. L’aikido, insegnando la “non aggressione”, la coscienza dei propri mezzi ed il rispetto degli altri mira a trovare una sana e robusta sicurezza e ad accrescere l’autostima sempre nel rispetto del prossimo;
5. Spesso, soprattutto nelle arti marziali, i ragazzi abbandonano la pratica di discipline fondate unicamente o prevalentemente sull’agonismo, sul confronto e “sulla gara”. Nell’aikido non vi è competizione contro “un altro”. Nell’aikido il confronto è con sé stessi. Gli allenamenti sono collaborativi ed i praticanti si aiutano vicendevolmente: da qui lo spirito assolutamente “non stressante” ed il piacere alla pratica;
6. La disciplina e l’etichetta sono tratti fondamentali dell’aikido, base e punto più complesso. La pratica dell’aikido esalta il comportamento “ordinato” del corpo e dello spirito e conduce naturalmente all’esportazione di questo modello nella vita quotidiana, tanto a scuola quanto al lavoro o in famiglia;
7. Di pari passo con la pratica, alcuni momenti sono dedicati all’allenamento ed allo svolgimento delle tecniche attraverso la visualizzazione mentale: ciò accresce le capacità di concentrazione dell’allievo;
8. La percezione delle proprie capacità, la sicurezza, l’autostima, l’approccio multiculturale e lo stile d’insegnamento e di pratica dell’aikido sviluppano il senso di responsabilità verso sé stessi e verso gli altri. Lo spirito collaborativo e la pratica condivisa incrementano la solidarietà.
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PUNTI DI VISTA
`Il ragazzo/a è il centro del progetto: l’apprendimento si svolgerà attraverso l’originalità del proprio percorso individuale tenendo conto della singolare complessità di ogni ragazzo/a nelle varie fasi di sviluppo e di formazione.`
(da `Formazione insegnanti di Aikido per bambini-ragazzi`, scritto dal Maestro Domenico Zucco, VII° dan, attuale Responsabile del progetto Aikido bambini-ragazzi, Responsabile del Kishintai Aikido Dojo di Torino dove organizza corsi di aikido per bambini ed adulti, Membro della Direzione Didattica Aikikai d'Italia)
“La cultura educativa sottesa all’aikido, se praticata nell’extrascuola o, meglio, se inserita nei contesti scolastici o, meglio ancora, se integrata con certi paradigmi, può trasformarsi in un orizzonte cognitivo e didattico estremamente interessante per “aprire le menti” e rendere duttili i corpi di molti studenti occidentali, ormai poco avezzi a imparare attraverso l’esperienza corporea e la comunicazione non verbale…
Personaggi come il leggendario Bruce Lee, Jean-Claude Van Damme o il più `aikidoistico` Steven Seagal hanno avuto il merito di importare sui nostri teleschermi più o meno antiche forme di pratiche marziali estremo-orientali senza certamente esaltarne gli aspetti reali e concreti, esoterici e spirituali.
Ne hanno ricreato una manifestazione per lo più surreale ed artificiale.
Il mondo occidentale recepisce un'idea di arte marziale distorta connotata da espressione di forza bruta e violenza abile da una parte e di un mondo lontano ed esoterico, attraente e perturbante dall'altra.`
(da “Educare con l’aikido. Una disciplina per sviluppare l’intelligenza corporea”, scritto dal Maestro Roberto Travaglini, (VI° dan), già Responsabile del progetto Aikido bambini-ragazzi e Responsabile del dojo Aikido Keiko di Bologna dove organizza corsi di aikido per bambini ed adulti, docente di Pedagogia Sperimentale, Docimologia, Percezione e Comunicazione visiva presso l’Università degli Studi di Urbino e di Fondamenti delle Scienze dell’Educazione presso la SSIS della Libera Università di Bolzano)